L'autolesionismo: sei un self-injures?

Auto ferimento o Self injurious behavior (SIB)

L’autoferimento o SIB rientra nella categoria del Deliberate self Harm che comprende anche l’auto avvelenamento (self poisoning) in cui i comportamenti autolesionistici sono diretti e letali, simili a tentativi di suicidio (overdose di farmaci, ingestione di sostanze tossiche, oppure iniezioni di sostanze pericolose), e l’auto danneggiamento (self harming) che si riferisce perlopiù a comportamenti rischiosi, come il gioco d'azzardo patologico e/o problematico, la guida pericolosa, la continua ricerca di situazioni che mettano a repentaglio l’incolumità personale, la promiscuità sessuale, l'abuso di sostanze e di alcool.

Nell’auto ferimento (self injurious) definito anche come violenza auto-inflitta, autolesionismo, parasuicidio, auto-abuso, automutilazione, i comportamenti sono rivolti al danneggiamento del tessuto corporeo, attraverso tagli o bruciature.

I SIB possono essere distinti nelle seguenti sottocategorie:

• SIB impulsivo: può essere episodico o ripetuto e comprende saltuarie condotte auto lesive (tagliarsi, bruciarsi, colpirsi). Col tempo, il SIB episodico impulsivo tende a ripetersi, divenendo una sorta di dipendenza per l'individuo.
• SIB compulsivo: i comportamenti sono ripetuti o ritualistici e si manifestano molte volte al giorno (strapparsi ciocche di capelli, mangiarsi le unghie, graffiarsi).
• SIB stereotipico: caratteristico delle persone con gravi ritardi mentali o autismo. In genere è compiuto indifferentemente dal contesto (per esempio, in presenza di spettatori), ed ha una qualità ripetuta, ritmica (es. battere la testa ripetutamente).
• SIB maggiore: è la forma più grave in cui si presentano mutilazioni (per esempio, auto castrazione, asportazione di parti del corpo), e solitamente appare come evento isolato durante episodi psicotici.

I COMPORTAMENTI AUTOLESIONISTICI

Le forme e la gravità dei comportamenti autolesionistici possono variare, anche se i più comuni sono rappresentati dallo sbattere la testa, dai tagli e dalle bruciature.

Le forme di autolesionismo sono così distinte:

• Tagli o incisioni sulla pelle
• Scavarsi o grattarsi ferite, interferendo con la guarigione
• Colpirsi
• Grattarsi fino a far uscire il sangue
• Mordersi
• Scavarsi la pelle fino a far uscire del sangue.
• Inserimento di oggetti nella pelle e sotto le unghie (ad esempio, frammenti di vetro, mine di matite, graffette, fermagli)
• Tatuarsi da soli
• Bruciarsi la pelle
• Strapparsi i capelli
• Raschiarsi la pelle fino al sangue

Per ciò che riguarda la sede delle lesioni, le parti più frequentemente prese di mira sono le braccia, le gambe, il torace e altre aree sulla parte frontale del corpo, probabilmente perché sono le più facilmente accessibili.
Non sono considerati atti di autolesionismo quelli in cui lo scopo primario è:

• gratificazione sessuale
• decorazione del corpo (ad esempio, piercing, tatuaggi)
• rituali attraverso cui ottenere l’illuminazione spirituale

I MOTIVI DELL'AUTOLESIONISMO

• Per scaricare lo stress: l’autolesione e il dolore fisico correlato placano lo stress. Le tensioni interiori che sopraffanno tornano, attraverso l’atto, a un livello più gestibile e più reale della sofferenza emozionale. Il disagio può essere ancora presente ma non avendo più quelle componenti di ansia o addirittura di panico, diventa più sopportabile Per un po' ci si occupa solo del dolore fisico, distogliendosi temporaneamente da quello interiore.
• Per mostrare agli altri che si sta davvero soffrendo, offrendo loro qualcosa di concreto e di comunemente accettato come "dolore". Così si esiste agli occhi altrui. Le cicatrici sulla pelle rendono visibile esteriormente la sofferenza che si ha dentro, è un modo per comunicare il proprio dolore. I comportamenti autolesivi sono una richiesta di aiuto.
• Ci si sente talmente morti dentro, talmente apatici da ricercare nella sofferenza fisica una prova che si è ancora vivi. Non c'è un legame con il proprio corpo, il dolore fisico è l'unico modo che si ha per sentire di esistere.
• Come sostituto di un desiderio di suicidio.
• Per punirsi di proprie azioni o sensi di colpa. Un fattore comune alla maggior parte delle persone che si auto feriscono, che siano state violate o no, è aver vissuto la disconferma. In età precoce hanno imparato che le loro interpretazioni del mondo e i loro sentimenti erano sbagliati e che certe emozioni non erano autorizzate. Nelle famiglie abusanti, possono essere stati severamente puniti per aver espresso certi pensieri e sentimenti. Contemporaneamente non hanno avuto buoni modelli per far fronte alle difficoltà. Anche se una storia di abuso è comune nei self-injurers, non tutti coloro che si auto-feriscono sono stati abusati. A volte la disconferma e la mancanza di modelli sono sufficienti per dar luogo alla patologia.

CARATTERISTICHE DEI SELF-INJURES

I Self-injurers provengono da tutti i ceti sociali ed economici, anche se maggiormente giungono da una classe medio - alta e hanno un’istruzione di livello superiore. Gran parte delle ricerche, americane e inglesi condotte principalmente su adolescenti, studenti universitari, pazienti psichiatrici, e popolazione carceraria, non evidenziano una differenza di genere; gli atti auto lesivi sono presenti in maschi, femmine, eterosessuali, omosessuali e bisessuali.
Dai dati emersi nei diversi studi, sembra che i soggetti più a rischio di SIB siano adolescenti o giovani adulti, soprattutto di sesso femminile, probabilmente perché per gli uomini è più naturale esprimere la propria aggressività, mentre le donne anche per motivi culturali, tendono a reprimerla o a rivolgerla verso se stesse. Le donne, spesso, presentano anche disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia e di fronte ad un momento di malessere reagiscono alternando i comportamenti bulimici (abbuffate seguite da vomito o abuso di lassativi) a quelli autolesivi.
Negli autolesionisti, a volte, si presentano forme depressive con pensieri di tipo suicidario.
Spesso non si piacciono, odiano il loro corpo, possono avere gravi sbalzi d’umore, mancare di fiducia in se stessi e negli altri.
Molti tendono ad essere perfezionisti, incapaci di gestire e di manifestare verbalmente intense emozioni. Talvolta, durante l’infanzia possono aver subito abusi sessuali o psicologici.
L'autolesionista non rappresenta un pericolo per la società perché la violenza è sempre e solo rivolta verso di sé, mai verso altri.

L'esordio del comportamento di auto ferimento è fatto risalire verso i 13/15 anni e tende a cronicizzarsi, perdurando circa per una decina di anni, sebbene molti smettano quando raggiungono la maturità affettiva. Quasi il 50% segnala abuso fisico e / o sessuale nel corso dell' infanzia e molti self-injurers sono stati scoraggiati a esprimere emozioni, in particolare la rabbia o la tristezza.
Il numero limitato di studi, le ricerche condotte prevalentemente sulla popolazione psichiatrica, la mancanza di dati su soggetti di sesso maschile ed il fatto che molti soggetti autolesionisti non arrivino alla consultazione medica, provvedendo da soli alla loro medicazione per rimanere nell'anonimato temendo le reazioni altrui, rendono cautelative le stime sulla prevalenza del comportamento di auto ferimento.

In Italia la ricerca scientifica non ha ancora compiuto indagini in tal senso tra la popolazione, sopratutto perché in ambito clinico il comportamento di auto ferimento è considerato come un semplice sintomo, all'interno di uno specifico quadro psicopatologico, il disturbo borderline di personalità, cui è frequentemente associato.

Le stime a nostra disposizione sono quindi in gran parte provenienti da ricerche americane e inglesi. Queste stime indicano che i casi di SIB vanno dai 400 ai 1400 casi ogni 100.000 abitanti; nella popolazione psichiatrica è stato riscontrato che una percentuale che varia tra il 4.3% e il 20% dei pazienti abbia avuto almeno un episodio di SIB, e le percentuali aumentano se si prendono in considerazione solo gli adolescenti.

Un recente studio ha riscontrato tra gli studenti universitari che il 38% si era auto ferito almeno una volta nella vita.
L'incidenza di autolesionismo è circa la stessa di quella di disturbi alimentari.
La maggior parte delle persone nasconde con attenzione cicatrici, ustioni e contusioni e ha scuse pronte quando qualcuno chiede spiegazioni sulla presenza di lesioni cutanee.

Dott. Brunetta Del Po

Fonti:
SIBRIC Self Harm & Self Injury
Portale di ricerca, informazione e confronto sull' autolesionismo in particolare sul comportamento di autoferimento.