Siamo felici?
“La felicità di cui voglio parlarvi è quel guardare sereno la propria vita e sentire che non manca nulla”. Raffaele Morelli
Negli ultimi tempi le ricerche psicologiche hanno notevolmente incrementato lo studio e la cura della malattia mentale trascurando però un ambito di grande importanza legato all’analisi di quelle emozioni che espandono gli stati interiori che rendono la vita degna di essere vissuta, permettendo di raggiungere quello che Aristotele definiva “il ben-essere, la felicità”.
Nella nostra cultura l’essere felici è stato equivocato con il divertimento, il possesso di oggetti, l’apprezzamento degli altri, che fa aumentare la nostra autostima, spacciando per felicità ciò che felicità non è, ma in realtà è uno scarto, con il quale però noi riempiamo la nostra vita.
Da adulti, quando abbandoniamo le illusioni giovanili, ci autoconvinciamo che nella vita non si può essere sempre felici, perché prevalgono la sofferenza e le disillusioni. Questa visione ci porta a delegare i nostri stati d’animo positivi all’esterno, ricercando con molti sforzi qualche piccola gioia attraverso l’acquisizione di oggetti, creandoci dei falsi miti come aderire all’opinione più in voga o ad un ruolo sociale prestigioso nei vari ambiti della nostra vita. Infatti ciò che ci allontana dalla felicità sono i ruoli a cui ci adeguiamo e che non ci appartengono, i falsi divertimenti, che ci allontanano dalla nostra essenza, le abitudini in cui riponiamo le nostre sicurezze diventandone schiavi, gli obiettivi rigidi che ci distolgono dal presente.
Nasciamo nella cultura della dipendenza da oggetti e status symbol che non ci appagheranno mai, nemmeno quando li possediamo, pur rappresentando un gradevole corollario alla nostra esistenza, ma che, paradossalmente, saranno causa della nostra infelicità.
L’equivoco è avvenuto perché ci siamo allontanati dal significato profondo della vita, che non separa il bene e il male, la luce e l’ombra, la gioia e il dolore, ma unisce in un unico flusso naturale tutti gli opposti.
“Se vogliamo trovare la via della vera felicità, che non è una via difficile né faticosa, dobbiamo prima di tutto fare il contrario di ciò a cui siamo abituati: dobbiamo svuotarci. Svuotare la mente di tutte le cose che ci abbiamo infilato dentro e che ci impediscono di fare la cosa più semplice: vivere secondo la nostra natura”. Raffaele Morelli
Perciò, l’esercizio delle nostre autentiche potenzialità e virtù, sarà ciò che realmente ci permetterà di giungere al vero benessere senza ricorrere solo a scorciatoie per procurarcelo.
La strada da intraprendere verso l’arte del vivere bene, come insegna lo Zen, è quella che permette lo sviluppo di ciò che già è nel nostro cervello, il nostro “programma interiore”, che deve solo potersi evolvere e crescere così com’è. Per farlo emergere dobbiamo imparare ad eliminare le idee che ci siamo fatti di noi stessi e gli sforzi che compiamo per mantenere ciò che crediamo di essere; dobbiamo imparare a togliere di mezzo l’Io e permettere all’Intelligenza della Vita di circolare liberamente.
Come dice Raffaele Morelli: ”diventiamo Nessuno...questo vuol dire abbandonarsi alla vita… essere nessuno, chi lo fa conosce la felicità del nulla…si libera dalle definizioni e impara a smetterla di tormentarsi. I problemi si risolvono da soli e ognuno trova la propria strada. Si tratta di smetterla di cercare se stessi, di non avere più riferimenti dal passato e ogni giorno risorgeremo come fa il Sole all’alba”.
Gli obiettivi giusti basati su dei progetti interiori da espandere dovranno rispettare alcuni principi:
Sapersi mettere nel “posto” giusto per noi, in cui sentirci a nostro agio.
Dare la possibilità al nostro cervello di agire spontaneamente senza forzarlo in progetti inutili e fuorvianti.
Favorire il nostro “progetto interiore” attraverso lo sviluppo di una maggior flessibilità.
Accettare i cambiamenti che la vita ci porta.
La felicità si impara cambiando lo sguardo, che va posizionato sul nostro spazio interiore. In questo modo tocchiamo l’essenza della nostra Anima ed avvicinandola possiamo produrre una trasformazione.
Brunetta Del Po – Daniela Temponi
Bibliografia
Raffaele Morelli “Come essere felici” Oscar Mondadori
Martin E.P. Seligman “La costruzione della felicità” ed. La biblioteca di me