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Qualche riflessione sul Natale

I bambini e la magia del Natale


I bambini s'incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati, costruiscono castelli di sabbia e giocano con conchiglie vuote, con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie del mare. I bambini giocano sulla spiaggia dei mondi non sanno nuotare né sanno gettare le reti.

Tagore

Per rispettare le fantasie infantili - È giusto raccontare ai propri figli che Babbo Natale esiste davvero, e anche la Befana o il topolino che porta i soldi per i dentini caduti? La grande maggioranza dei genitori lo fa, fino a quando i bambini non scoprono da soli che si tratta di creature immaginarie. Secondo quasi tutti gli psicologi dell’infanzia è giusto farlo, perché i bambini, soprattutto quelli più piccoli, vivono in una dimensione in cui fantasia e realtà si confondono; hanno “sete” di mondi immaginari. Anche se si tratta di dire una piccola bugia, è opportuno dunque far sì che i bambini credano il più a lungo possibile nella magia di Babbo Natale e in tutto il regno fatato delle

fiabe. È importante conservare la fiducia nel mondo “magico”, un’eredità delle tradizioni più antiche, che gli adulti di oggi hanno smarrito, perdendo con esso anche il legame con le proprie più profonde e istintive forze interiori. Anche Bruno Bettelheim, grande psicanalista dell’infanzia, sosteneva che i personaggi immaginari, le fate e in generale i personaggi delle fiabe consentono ai bambini di risolvere i loro conflitti interiori, favorendo il loro processo di integrazione sociale. Le credenze infantili, come quella che si riferisce a Babbo Natale, sono importanti nello sviluppo affettivo e cognitivo del bambino.

http://www.riza.it/public/ant_bugiardi.pdf



Tratto da: “Come allevare un bambino felice e farne un adulto maturo” di Françoise Dolto (Mondadori, 2004)

Ho una domanda su Babbo Natale[…]”Dobbiamo lasciare che il bambino creda a Babbo Natale e al topolino per la perdita dei denti da latte e anche alla storia delle uova di Pasqua? Quando i compagni gli diranno la verità, la spiegazione sul simbolismo di Babbo Natale sarà sufficiente a compensare il disappunto del bambino che scopre brutalmente che i suoi genitori gli hanno mentito?”

Io credo che sia un falso problema. I bambini hanno un grande bisogno di poesia, e anche gli adulti, perché anch’essi continuano a scambiarsi gli auguri di Natale, non è vero? Che cos’è una cosa vera? Babbo Natale fa guadagnare tanto denaro, vero? Guadagnare molto denaro ha l’aria di essere una cosa vera, non le pare? Allora, io penso che chi fa la domanda si preoccupi del fatto che il bambino creda in Babbo Natale perché, per lui, parlagliene equivale a mentire. Ma un mito è poesia che ha anche la sua verità. Naturalmente non bisogna continuare per troppo tempo, né dire che Babbo Natale non farà regali se il bambino non obbedisce ai genitori e così via. Se i genitori la “fanno troppo lunga “ e hanno l’aria di prendere questa credenza troppo sul serio, più del bambino stesso, lui non potrà dire loro. “Be’ sai, i miei compagni mi hanno detto che Babbo Natale non esiste”. È quel giorno che bisognerà spiegargli la differenza tra un mito e una persona vivente, che è nata, che ha dei genitori, una nazionalità, che è cresciuta e che morirà, e che necessariamente, come tutti gli esseri umani, abita in una casa sulla terra, non sulle nuvole.
Le dico subito che chi pone la domanda è decisamente contrario ai Babbi Natali, specialmente a quelli che passeggiano per strada. 
Forse trova giustamente, che questa brava gente travestita spoetizzi il vero Babbo Natale, quello al quale lui ha creduto, che non incontrava per strada per tutto il mese di dicembre, che esisteva soltanto la notte di Natale. Questo lo irrita. O forse, al contrario è un signore che non ha più molta poesia nel cuore. In tutti i casi io non so se lei crede ancora in Babbo Natale, ma io ci credo ancora. Le posso raccontare (è noto che sono la madre di Carlos, il cantante) che, quando Jean (poiché questo è i suo vero nome) era a scuola materna, un giorno mi ha detto: “Ma come è possibile che di Babbi Natali ce ne siano così tanti? Ce ne sono di blu… ce ne sono di viola… ce ne sono di rossi!” Si passeggiava per strada e c’erano Babbi Natale dappertutto. Allora io gli ho detto: “Ma sai, quel Babbo Natale là io lo conosco, è Untel”; era uno dei dipendenti di un negozio di giochi, o di una pasticceria, che si era travestito da Babbo Natale. “Vedi si è travestito da Babbo Natale”. Lui mi ha chiesto: “Ma allora quello vero?” “Quello vero è solo dentro i nostri cuori. E’ come uno gnomo o un gigante che si immagina. Quando si è piccoli, si è contenti di pensare che possono esistere gli gnomi o i giganti. Sai bene che gli gnomi non esistono. I giganti delle favole neppure. Babbo Natale non è nato, non ha avuto un papà, una mamma. Non è un essere vivente; vive soltanto nel periodo di Natale nei cuori di tutti quelli che vogliono fare una sorpresa per festeggiare i bambini piccoli. E tutti gli adulti rimpiangono di non essere più bambini piccoli; quindi amano molto continuare a dire a bambini “E’ Babbo Natale”. Quando si è piccoli non si sa distinguere tra cose vere, viventi, e le cose vere che vivono solo nel cuore”. Lui ascolta tutto quanto e mi dice: ”Allora il giorno dopo Natale lui non se ne va sul suo carro, con le sue renne? Non sale di nuovo tra le nuvole?” “No. Perché lui è nei nostri cuori” “Allora non metterà niente sotto l’albero?” “Chi non ci metterà niente?” “Non ci sarà niente sotto l’albero per me?” “Ma si!”. “Ma allora, chi ce l’avrà messo?” Io ho sorriso. “Siete tu e papà a metterci qualcosa?” “Sì. Certamente”. "Allora posso essere anch’io Babbo Natale?” “Certo, tu puoi essere Babbo Natale. Tu metterai delle cose sotto l’albero? Per tuo papà, per me e per Marie. E dopo saprai che sei tu il Babbo Natale per gli altri. E io dirò: “Grazie, Babbo Natale”; e sarai tu che avrai avuto il ringraziamento, ma io farò finta di non saperlo. A tuo padre non dirò che sei tu, così per lui sarà una sorpresa.“ Lui era incantato, estasiato, e mi ha detto, ritornando dalla passeggiata: “E adesso che so che non esiste davvero, è veramente bello Babbo Natale”. L’immaginazione e la poesia infantili non sono né credulità, né puerilità, ma intelligenza in un’altra dimensione.

 

                                                                                  Lo Zampognaro

Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?

"Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d'oro e d'argento".

Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
"Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso".

Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone?

" Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino".

Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente;

se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l'anno
Gianni Rodari

 

Natale  e  dintorni


Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti assieme dietro ai vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo”. Dino Buzzati, Sessanta Racconti

Vorremmo invitarvi ad una riflessione non solo sul Natale e le Festività che si avvicinano, ma sul nostro modo di viverli. A questo scopo ecco un articolo tratto dal sito del Movimento per la Decrescita felice, augurandoci che stimoli la vostra curiosità.

“Gli stili di vita della decrescita promuovono la sobrietà, la sostenibilità (ecologica e sociale), la calma e le relazioni fra le persone. Valorizzano la convivialità, la cooperazione e l’altruismo a scapito dell’individualismo, della competizione e dell’egoismo; il gioco disinteressato e il piacere di godere del proprio tempo libero rispetto alla frenesia del lavoro e del fare sempre di più!

Vorrebbero un essere umano che si ponga in maniera diversa nei confronti dei suoi simili e nei confronti della natura, in una atteggiamento più di armonia, che di sfruttamento; un atteggiamento in cui la frenesia dei tempi moderni possa lasciare sempre più spazio alla lentezza, alla contemplazione ed ad una piena espressione della propria affettività che non può che portare con sé una maggiore serenità.

Uno stile di vita improntato alla decrescita fa inoltre riacquistare un senso al nostro fare, in quanto il fare finalizzato a fare sempre di più viene ad essere sostituito con un fare bene finalizzato alla contemplazione e al miglioramento dell’esistente, che ci proietta di per sé verso un futuro migliore.

Riteniamo infine importante riacquisire un legame con il sapere e il saper fare del passato, andando oltre l’equazione moderna che fa coincidere il nuovo con il meglio, il vecchio con il sorpassato, incentivando al contempo però tutto il meglio che la modernità ci propone.

Da un punto di vista economico per facilitare l’instaurarsi di stili di vita più “decrescenti”, riteniamo fondamentale ridurre la sfera di influenza del mercato nella vita umana tramite:

1.L’aumento dell’autoproduzione di beni e servizi (es. pane, yogurt, ortaggi/ riparazione della bicicletta, babysitter)
2.L’aumento degli scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità
3.La riduzione della mercificazione
4.La riduzione del tempo dedicato al lavoro salariato a favore dell’aumento del tempo dedicato alle relazioni interpersonali, all’autoproduzione e alla coltivazione delle dimensioni dell’esistenza “rimosse” (sociale, politica, culturale, artistica, spirituale, etc.)

Se tutti fossimo più sobri, potremmo lavorare meno e dedicarci maggiormente a noi stessi, alla nostra vita e agli altri e vi sarebbe qualche posto di lavoro in più per qualche giovane disoccupato!

Riteniamo che la Decrescita non possa che partire da qui, dalla decolonizzazione del nostro immaginario dai valori della crescita, da un cambiamento di noi stessi e del nostro modo di essere, che non può che poi ripercuotersi a cascata sugli altri e sul mondo, mettendo in moto – ci auspichiamo – un circolo virtuoso in tutti i rimanenti settori.

Non c’è una  ricetta valida per tutti ed in assoluto, ma sta ad ognuno di noi il costruirsi il proprio “abito su misura”, a seconda della suo peculiare modalità di essere al mondo.

Siamo ben consci che non tutti hanno il tempo di autoprodurre o la possibilità di lavorare meno, ma pensiamo che comunque chiunque possa fare qualcosa, cominciando anche semplicemente a guardare il mondo con occhi diversi”. (MOVIMENTO PER LA DECRESCITA FELICE).

 

Il Natale, oltre ai suoi significati mistici e simbolici, porta con sé, nella nostra era, quello sfrenato consumismo che ci costringe tutti gli anni a cercare il regalo più adatto in mezzo a mille proposte. Una ricerca sempre più ardua e dispendiosa. Sempre più persone, sia a causa della crisi economica che per un nuovo modo di sentire ed interpretare la vita, oggi confezionano personalmente i regali da fare:  è un modo per donare agli altri qualcosa di utile, ma anche un modo per esprimere la nostra creatività, dando vita ad un dono unico, perché nato dalla nostra immaginazione e fantasia. Inoltre possiamo spaziare in ogni ambito, a seconda delle nostre inclinazioni e possibilità. La tendenza è anche quella di “fare un favore al pianeta Terra” ma anche e soprattutto a noi stessi, utilizzando materiali riciclati e riciclabili, fatti con le nostre mani e che contengano un po’ di noi, o comunque acquistare i nostri regali da piccoli artigiani, da persone che utilizzano l’autoproduzione già per sé e vendono i loro prodotti, da associazioni che si mantengono con il ricavato di piccoli mercatini in cui vengono proposte le creazioni realizzate dagli associati; o ancora a scopo benefico troviamo tanti oggetti o servizi utili. Possiamo regalare il nostro tempo, a chi ha bisogno di compagnia, è solo o malato e così via.

I simboli classici  di dicembre e del Natale vengono in aiuto della nostra fantasia: cosa c’è di meglio che trascorrere alcune ore insieme ad amici o figli o compagni andando per boschi a raccogliere rametti di abete, di agrifoglio, di vischio, pigne e bacche con cui decorare la nostra casa e creare oggetti insoliti e naturali. Ecco di seguito alcuni esempi per creare delle strenne natalizie molto  speciali!!!

  • La sera si accende di magiche fragranze: ecco un profumo speciale, che aiuta a vivere con serenità il periodo delle feste. Prendi un cero bianco di dimensioni consistenti (come quelli da chiesa). Poi decoralo, segnando con dei chiodi di garofano 24 linee orizzontali che corrano attorno al cerchio. Ogni sera accendi il cero, facendo gocciolare 1 o 2 gocce di olio essenziale di incenso sullo stoppino; lascia colare la cera fino alla linea successiva: sarà il calendario naturale delle feste, il profumo si diffonderà, portando con sé il sacro del Natale e rasserenando l’animo. Oppure lo puoi regalare ben confezionato!
  • Pot-pourri con i profumi della natura. Approfittando delle giornate di sole possiamo recarci in campagna o nei boschi alla ricerca di foglie, cortecce, semi, pigne e bacche. Disponiamo tutto il materiale in una ciotola, vi aggiungiamo 15-20 gocce degli oli essenziali preferiti, chiudiamo il tutto in un sacchetto di nylon per 10 gg. avendo cura di scuoterlo di tanto in tanto; infine disponiamo il nostro pot-pourri in una bella ciotola, ravvivandolo ogni settimana con due-tre gocce di essenza. Sempre nei boschi possiamo raccogliere delle piccole pigne, le coloriamo con uno spray dorato o argentato e poi le profumiamo con olio essenziale di pino o eucalipto, le possiamo usare per chiudere i nostri pacchettini. Puoi suddividere quanto preparato in alcuni sacchettini di stoffa o carta, legandoli con un nastro e rametti di abete e bacche e farne un piccolo dono profumatissimo!
  • Agrumi golosi. E’ tempo di gustare le arance e in generale tutti gli agrumi. Dopo aver mangiato una succosa arancia, o averla spremuta, utilizziamo la scorza (se di arance biologiche) per fare dei profumatissimi e golosissimi dolcetti per i nostri ospiti o da regalare agli amici. Ecco la ricetta (con ingredienti a basso indice glicemico): Scorzette d’arancia candite al cioccolato: x 60 scorzette   2 arance grandi bio, 240 ml. di acqua, 100 gr. di  xilitolo(zucchero di betulla), 150 gr. di cioccolato fondente con minimo 70% di cacao, 30 gr. di burro ghee (il ghee è antivirale, antinfiammatorio, aiuta la digestione e non contiene più dell’1% di caseina e lattosio, ed ha un basso indice glicemico). Preleva la scorza dell’arancia senza la parte bianca, Fai bollire in un pentolino lo xilitolo con l’acqua; inserisci le scorzette, già tagliate a striscioline sottili, e lasciale nello sciroppo a sobbollire per 3 minuti. Distribuiscile sulla carta forno (magari su un tagliere) e lasciale asciugare per una notte intera. Il giorno dopo fai sciogliere il cioccolato e il ghee a bagnomaria. Quando è sciolto il cioccolato immergi le scorzette con una forchetta ad una ad una e lasciale raffreddare completamente su un piatto di portata. Si conservano in frigo per diverse settimane.
  • Olio al limone:1 litro di olio extravergine d’oliva, 3 cm. di radice di zenzero, 1 limone, 1 peperoncino secco, 5 foglie di alloro, 10 foglie di salvia, 3 semi di anice stellato, una bottiglia di vetro scuro. Versa l’olio nella bottiglia aggiungendovi lo zenzero sbucciato e affettato, il limone tagliato a spicchi, non sbucciato, e tutti gli altri ingredienti. Lascia riposare almeno 1 settimana, poi filtra e travasa in una bottiglia di vetro scuro, o anche 2 bottiglie da ½ litro che puoi regalare ben impacchettate!

Brunetta Del Po – Daniela Temponi

Sitografia:

www.movimentoperladecrescitafelice.it

www.ivydolcisenzazucchero.it

http://www.naturalchild.org/jan_hunt/santa.html

http://www.riza.it/public/ant_bugiardi.pdf